Testo e comunicazione


VIAGGIO…in rete

Il 14 marzo Renz traversò la montagna.

Dinanzi a lei si apriva una vallata scavata tra fitti rilievi, su ognuno dei quali giungeva un intrico di strade e viottoli che si dipartivano tutti da un unico centro propulsore: un complesso di casine nel mezzo della valle. Corse verso di esse e ne scelse una cui accostarsi, quella col nome più simpatico: www.google.it  ricerca. Le ricordava goggles, “occhialini”, come quelli che indossava da bambina, rosa a pois neri. E come quelli che giacevano sul naso dell’anziano signore celato dietro la stretta fessura ricavata nel muro candido di fronte a lei.

«Voi aiutate nelle ricerche chi è un po’ disorientato,giusto?»chiese lei. Nessuna risposta. «Beh, io sto cercando di fare un VIAGGIO…».

Prima che avesse finito di parlare, sulla parete bianca comparvero delle righe scritte in blu (http://www.google.it/search?hl=it&q=viaggio&meta=). Tra queste c’era Il viaggio come metafora della vita. Quasi con urgenza la sfiorò, ed un brivido la percorse.

D’improvviso si ritrovò su un’imbarcazione che procedeva a vela spiegata, il cui nome campeggiava sull’albero maestro: http://www.valsesiascuole.it/crosior/1_intertestualita/PRES_VIAGGIO.htm. A lasciarla stupefatta fu che le sembrava, nonostante fosse in mezzo al mare, di scorgere in basso il piazzale dove si trovava fino ad un istante prima, come se fosse in realtà salita su una delle alture che lo circondavano. Una tempesta di parole penetranti la travolse: perdita, allontanamento; lacerazione, paura; ma anche conoscenza, esperienza; di-vertimento, ricerca di sé…questo poteva voler dire viaggiare. Alla fine, un’immagine la rapì: BOCKLIN, L’ISOLA DEI MORTI. Era forse questo ciò che l’aspettava, una traversata senza ritorno verso un mondo distante e separato da quello che aveva lasciato al di là della montagna?

Aveva di nuovo bisogno di quegli occhi che sapevano scrutare lontano, quelli di Google. Annientati spazio e tempo, era davanti alla bianca parete ricoperta di righe tracciate in blu (http://www.google.it/search?sourceid=navclient-menuext&ie=UTF-8&q=Bocklin%2c+L%27isola+dei+morti). Questa volta scelse la prima della lista e, per quel sempre sorprendente prodigio, trovò l’immagine cercata campeggiare su fondo nero.

Si trovava a http://digilander.libero.it/initlabor/jmp-initlabor2003-presentazione/annessi-al-curriculum/boeklin/isola-dei-morti.html. Una strana inquietudine si fece strada in lei. Decise di andare INDIETRO e le sembrò di scendere a più bassa quota. Fu qui, a http://digilander.libero.it/initlabor/jmp-initlabor2003-presentazione/jmp-curriculum-txt.html – Anchor-morte-49575, che venne avanti un tale Joanne Maria Pini, direttore di un Conservatorio, il quale cominciò a parlarle di sé. Era la prima volta, lungo il suo cammino, che le sembrava di incontrare una persona, come lei…ma, in verità, aveva qualcosa di irreale, di immateriale…d’altronde lei stessa, dall’inizio del suo viaggio, si sentiva quasi dissolta…e stranamente anche ritrovata. Dell’uomo la colpì il fatto che, nonostante fosse un musicista, si era occupato di TEMATICHE TEORICHE DELLA RETE; spinta dalla curiosità  volle saperne di più. Egli le indicò di proseguire sulla stessa strada, per http://digilander.libero.it/initlabor/jmp-initlabor2003-presentazione/giulio camillo.html. In un lampo fu lì. La voce dell’uomo appena conosciuto parlava di Internet, mare che attende nocchieri pronti a solcarlo, ma che nasconde anche pericoli e un segreto: GIULIO CAMILLO DELMINIO. Google! (http://www.google.it/search?sourceid=navclient-menuext&ie=UTF-8&q=Giulio+Camillo+Delminio)

C’era qualcuno che poteva svelare il mistero, bastava raggiungere http://it.wikipedia.org/wiki/Giulio_Camillo_Delminio, la mente mondiale le avrebbe dato risposta. Qui trovò: GIULIO CAMILLO E IL TEATRO DELLA MEMORIA. Il suo desiderio di sapere la incoraggiò ad andare oltre; fu così che le vennero incontro parole di una lingua diversa dalla sua, e che pure poteva capire: aveva oltrepassato i confini, si trovava a http://www.ba.infn.it/~zito/camillo.html.

Una mappa era pronta a svelarle l’arcano di quell’insolito viaggio: le strade intessevano una rete che poteva condurla ovunque, ovunque si trovasse; lei poteva scegliere la direzione, ma la meta finale non era mai stabilita: e forse, la meta, era proprio questo vagabondare, e come un viandante fare tesoro di ciò che si incontra lungo la via, ricordando che si può decidere il ritorno, così come l’andare.


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Commenti

  1. * initlabor says:

    bellssimo! Lo scopro solo ora, pensa che so benissimo chi sia Fiormonte, col quale hai studiato, perché mi sono occupato e mi occupo di ‘Informatica umanistica’ – http://www.initlabor.net/cantiere/jmp-ium.html – ci sentiamo! Ora cerco di trovare chi tu sia 🙂 Ciao!
    Joanne

    | Rispondi Pubblicato 14 years, 2 months ago
    • * comunicazionetestuale says:

      grazie!!! non avevo riflettuto, il giorno in cui ho deciso di pubblicare qui questo racconto ormai scritto qualche anno fa, sul fatto che il mio inconsapevole e letterario “Virgilio” della rete avesse un giorno potuto scoprire di esserne un personaggio…ancor più perché l’incontro virtuale di cui parlo è avvenuto per completa serendipità!!!
      Chi io sia non è lungo da spiegare…sono qualcuno che cerca tutti i giorni di costruire un po’ per volta la propria identità!! Questo blog era uno dei tentativi…e quel racconto anche!!

      | Rispondi Pubblicato 14 years, 1 month ago


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